Quelli che sanno attendere

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view post Posted on 13/1/2009, 18:05




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ELENA LOEWENTHAL

C’è qualcosa di grandioso nel vivere nella speranza, ma allo stesso tempo c’è in esso qualcosa di profondamente irreale», scrive Gershom Scholem in un saggio contenuto nella raccolta L’idea messianica nell’ebraismo e altri saggi sulla spiritualità ebraica (a cura di Roberto Donatoni ed Elisabetta Zevi, con una nota di Saverio Campanini, per Adelphi, pp. 389, e34).

Nella sua discrezione, nella sua consuetudine a una saggia modestia, ha un che di grandioso - e non meno ispirato dalla speranza - anche la biografia del rabbino Dario Disegni (1878-1967). A lungo guida religiosa della comunità ebraica di Torino, il rabbino Disegni raccolse la difficile eredità della guerra e dello sterminio. Toccò a lui, nel 1945, contare le assenze e i silenzi, primo fra tutti quello della primogenita Annetta e della piccola Sissel. Al rabbino Disegni è dedicata una mostra documentaria che resterà aperta sino a fine gennaio, nelle sale della comunità torinese. E che attraverso documenti, fotografie, notizie, attesta non solo la statura spirituale di un protagonista dell’ebraismo italiano, ma anche l’impronta da lui lasciata nella città. Il catalogo a cura di Alberto Cavaglion, Lucetta Levi Momigliano, Isabella Massabò Ricci segue questo itinerario di vita e di studi, che culmina in una fondamentale traduzione italiana della Bibbia ebraica, a cui rav Disegni lavorò fra il 1960 e il 1967.

In fondo, tradurre il testo sacro è anche un atto di speranza: nell’incontro fra lingue, culture, identità diverse. E la speranza è anche l’Alef della redenzione: quella lettera che non ha suono ma è indispensabile per predisporre la voce, il pensiero, alla parola. Tale è il filo conduttore dei saggi di Scholem: la speranza come spirito fondativo, l’attesa come principio identitario.

L’idea messianica, infatti, è lo spartiacque fondamentale fra ebraismo e cristianesimo. Frontiera ma anche linea che separa. È interessante il paradosso che questa distanza attesta: «L’atteggiamento verso il messianismo è determinato da un concetto di redenzione del tutto differente... L’ebraismo ha sempre affermato un concetto di redenzione che si manifesta pubblicamente sulla scena della storia», mentre «il cristianesimo concepisce la redenzione come un evento che appartiene al regno spirituale e invisibile».

Redenzione eclatante, dunque, attesa da una minoranza volente o nolente «umbratile», e redenzione esoterica da parte di una maggioranza dominante. Scholem offre ancora pagine illuminanti sul rapporto fra il tempo e la speranza, che non è necessariamente rivolta al futuro, ma sa guardare anche al passato.

Autore: Scholem Gershom
Curatori: Roberto Donatoni, Elisabetta Zevi
Titolo: L’idea messianica nell’ebraismo e altri saggi sulla spiritualità ebraica
Edizioni: Adelphi
Pagine: 389
Prezzo: 34 euro

(fonte: Tuttolibri,
 
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