Aragosta al Vino Bianco

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Re_SogekingII
view post Posted on 11/12/2008, 02:37





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Difficoltà: Facile Tempo: 1h1/4

INGREDIENTI:
1kg. di aragosta, vernaccia (vino bianco),cipolla, olio extravergine d’oliva, acqua, sale, pepe
PREPARAZIONE:
Mettete l’aragosta in una pentola con del pepe e una cipolla. Riempite la pentola con metà vernaccia e metà acqua, sale e portate ad ebollizione. Cuocere per almeno tre quarti d’ora, scolatela e toglietele il rivestimento esterno. Tagliatela a dadini e condite con l’olio extravergine d’oliva.

e Buon Appettito....




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STORIA
Si produce da epoche remote nell'Oristanese.
E' difficile stabilire l'origine del vitigno, alcuni autori sostengono che l'importazione del vitigno potrebbe essere avvenuta in epoca romana, altri nel periodo giudicale. L'ipotesi più attendibile è quella che sostiene l'originarietà sarda del vitigno, derivando il nome Vernaccia dal termine latino vite vernacula, ossia originaria del luogo secondo quanto scriveva Marco Giulio Columelia nella sua De re rustica.
Una leggenda la vuole originata dalle lacrime di Santa Giusta, patrona di Oristano. La malaria allora imperversava nell'isola, mietendo vittime a piu' non posso. I sardi erano impotenti di fronte a questo misterioso male che veniva dagli acquitrini ed i morti aumentavano giorno dopo giorno. Fu allora che Santa Giusta scese dal cielo nella sua terra e di fronte a tanto squallore comincio' a piangere e a pregare Dio di avere pieta' di quel popolo sfortunato. Dove caddero le sue lacrime sorsero tante pianticelle che rapidamente germogliarono ricoprendosi di foglie e di frutti. Nel timore che le piante potessero sparire cosi' come erano apparse, gli uomini ne raccolsero i frutti, li pigiarono, raccogliendone il succo in grandi anfore. Appena i malati, arsi dalla febbre, bevevano un po' di quello strano liquore, si sentivano immediatamente meglio.
Da allora i sardi hanno combattuto la malaria ed il malgoverno bevendo Vernaccia, il cui nome si fa derivare da "vernum", Primavera, la stessa sbocciata nell'isola per l'effetto rincuorante del nettare bevuto dai suoi abitanti.
Fu la "Giudichessa" Eleonora d'Arborea, nel XIV secolo a promuovere la diffusione della Vernaccia emanando, nel 1935 quella mirabile raccolta di leggi che fu la "Corte de logu", all'interno della quale si imponevano particolari norme di disciplina dei vigneti che dovevano essere coltivati razionalmente.


PRODUZIONE
Il comprensorio vitivinicolo dove si produce la Vernaccia, riconsociuta da sempre come il più prestigioso vino sardo, si estende sui fertili terreni della bassa valle del Tirso, in un'area di circa 35 mila ettari. Il vitigno è coltivato nella tradizionale forma ad alberello. Questo vino, generoso e squisito dal colore giallo, dorato e ambrato, ha un profumo delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo e un sapore fino, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.
Gradazione minima 15,5 gradi e invecchiamento obbligatorio di due anni in botti di castagno o di rovere. E' un buon vino da fine pasto.
Con una gradazione di 15,5 gradi e tre anni di invecchiamento la Vernaccia può portare la qualifica superiore; per la riserva occorrono, invece, quattro anni di invecchiamento.
Si produce anche nei tipi Liquoroso dolce e Liquoroso secco o dry, con un invecchiamento di due anni e una gradazione di 16,5 gradi nel tipo dolce e di 18 gradi nel tipo secco o dry. Tipologie indicate come vino da dessert e da meditazione. Particolarmente interessante è il metodo di produzione: il vino viene affinato in botti di castagno o di rovere tenute in parte vuote, in ambienti soggetti a forti sbalzi termici.
La presenza dell'aria determina la formazione di un velo sulla superficie del vino dovuto a particolari lieviti che ne favoriscono il processo di invecchiamento.
Il colore dorato con sfumature ramate, dai sentori molto intensi, tra i quali si possono avvertire il fiore di mandorlo e l'amaretto, lo fanno diventare un vino di grande suggestione.
Per il suo gusto secco, caldo, ricco di struttura e di piacevoli note amarognole è particolarmente indicato sia come vino da aperitivo che da dessert, per la sua forte personalità si afferma come grande vino da meditazione.
Accompagna, inoltre, specialità a base di pesce in tegame, antipasti saporosi, la tipica bottarga di muggine e i dolci alle mandorle.
E' consigliabile servirlo alla temperatura di 12° C.


DATI COMMERCIALI
Strutture di produzione: 789 produttori.
- Numero ettari iscritti: 835,55.
- Quantita' max producibile: 43.448 hl.
- Quantita' prodotte: 5.320 hl.


SPECIFICHE DOC
Zona di produzione: la piana a nord di Oristano.
Vitigni: Vernaccia di Oristano.
Resa massima per ha: 80 qli.
Resa massima di uva in vino: 65%
Gradazione alcolica minima: 15%.
Acidita' totale minima: 5 per mille.
Estratto secco netto minimo: 18 per mille.
Invecchiamento obbligatorio: 2 anni in botti di rovere o di castagno.
Caratteristiche organolettiche: colore giallo ambrato, piu' o meno carico a seconda dell'invecchiamento; profumo delicato, etereo, con un intenso bouquet dal caratteristico sentore di mandorlo in fiore; sapore asciutto, sapido, fine, sottile, caldo, su di un fondo leggermente amaro di mandorlo.
Qualificazioni: con gradazione minima di 15,5% e 3 anni di invecchiamento puo' portare la qualifica "Superiore".
Con caratteristiche analoghe alle precedenti ma con invecchiamento in botte di almeno 4 anni puo' portare la qualifica "Riserva".
Tipologie: con l'aggiunta di alcol o di acquavite da vino si produce il tipo "Liquoroso", con una gradazione alcolica svolta non inferiore al 16,5% ed un contenuto in zuccheri tra i 50 e gli 80 gr/l. Il tipo "Liquoroso Dry" ha una gradazione alcolica svolta non inferiore al 18% ed un contenuto in zuccheri non superiore ai 40 gr/l.
Abbinamenti : servito molto freddo (5-7°C.) e' ottimo come aperitivo, con la bottarga e con il salmone affumicato; a temperature piu' elevate si accompagna bene a zuppe di pesce piccanti e speziate e pesce azzurro di grosso taglio grigliato.

 
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